André Kertész: fotografia contemporanea fra luci ed ombre

André Kertész "Flowers For Elizabeth", New York 1976André Kertész "Flowers For Elizabeth", New York 1976

André Kertész "Flowers For Elizabeth", New York 1976

Pioniere della fotografia contemporanea, fra sperimentazioni e street photography, André Kertész fu un maestro nel comporre con luci ed ombre

“Tutto quello che abbiamo fatto, Kertész l’ha fatto prima”. Nelle parole di Cartier-Bresson c’è la sintesi di quello che ha rappresentato André Kertész per la fotografia contemporanea del ‘900. Il fotografo ungherese è considerato uno dei padri della fotografia contemporanea e del fotogiornalismo e la sua opera ha influenzato diversi fotografi delle generazioni a venire.

André Kertész fu un maestro della composizione formale, capace di elevare oggetti banali trasformandoli immagini evocative e poetiche. Dimostrò per la prima volta che anche le cose più insignificanti e comuni potevano trovare una loro dignità nella fotografia. Sapeva trovare la bellezza intorno a sè con la sola capacità di guardare oltre il visibile, cogliendo la semplicità della vita.
La luce è l’elemento principale attorno a cui Kertész costruisce le sue fotografie: “Io scrivo con la luce” amava dire di sè. La purezza grafica del bianco e nero esalta i giochi di luci e di ombre regalando profondità e significato alle sue immagini. La perfezione formale delle sue composizioni, attentamente studiate, pone le sue foto fuori dal tempo, trasmettendo un senso di intimità e nostalgia.

"Pipa e occhiali di Mondrian" (1926)"Pipa e occhiali di Mondrian" (1926)

“Pipa e occhiali di Mondrian” (1926) di André Kertész. Questa foto nel 1997 fu aggiudicata per 376.500 dollari a un’asta di Christie’s.

Settant’anni di fotografia

Kertész nacque a Budapest da una famiglia di origini ebraiche e a 18 anni acquistò la sua prima fotocamera. Durante la prima guerra mondiale, sul fronte russo polacco, come volontario, documentò con le sue foto la vita in trincea.
Trasferitosi a Parigi nel 1925, entrò in contatto col movimento dadaista prima e surrealista poi , frequentando Man Ray, Robert Capa, Berenice Abbott e diventando grande amico del collega Brassaï e di Cartier-Bresson. Nel 1927 fu organizzata una delle prime mostre fotografiche a lui dedicata.
Nel 1933 realizzò la serie delle “Distorsioni” in cui il fotografo, ispirandosi al surrealismo, sperimentò le deformazioni sul corpo umano con l’uso di luci e specchi: circa 200 fotografie delle modelle Najinskaya Verackhatz e Nadia Kasine, ritratte nude in varie pose e trasformate attraverso una serie di specchi deformanti.

André Kertész – Distorsions, 1933

Kertész  era sempre molto curioso portava la sua macchina fotografica sempre con sè. Questo gli permetteva di trovare soggetti interessanti da fotografare in qualunque situazione. Ed è per per la sua capacità di cogliere punti di vista originali e inquadrature inaspettate che è considerato uno dei pionieri della street photography.

A 42 anni André Kertész volò a New York con la moglie per collaborare con l’agenzia Keystone e pochi anni dopo ottenne la cittadinanza americana. Negli Stati Uniti, dove rimase fino alla morte, Kertész era immerso in una cultura diversa da quella europea e fu difficile per lui esprimersi attraverso la fotografia perchè le sue immagini non erano comprese e apprezzate. La rivista Life le rifiutò giudicandole troppo espressive!
Fu costretto ad adeguarsi al gusto corrente per poter collaborare con i magazine più importanti del tempo come Harpeer’s Bazaar e Vogue e tutto ciò lo rese frustrato per il mancato riconoscimento da parte della critica e l’impossibilità di veder riconosciuto il proprio valore. Nonostante questo, continuò a fotografare anche quando, malato, non poteva più muoversi da casa. Forse prendendo spunto dal celebre film di Hitchcock “La finestra sul cortile” scattò una serie di foto dalla sua finestra, pubblicandole poi nel libro “From my Window” del 1981.

Kertész oggi è riconosciuto come uno dei grandi fotografi del ‘900. Non fotografava per creare belle immagini, fotografava per esprimere se stesso. E infatti di lui Cartier-Bresson disse: “Ogni volta che l’otturatore di André Kertész scatta, io sento il suo cuore battere.”

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L’interesse per le distorsioni di Kertész nasce nel 1917 mentre osserva un nuotatore e gli effetti deformanti dell’acqua e della luce

Chez Mondrian, Paris, 1929

André Kertész “Shadows of the Eiffel Tower”, Paris, 1929

André Kertész “Arm and Ventilator”, New York 1937

André Kertész – Ballet, New York City, 1938

André Kertész “Rainy Day”, Tokyo 1968

Categories: Fotografia
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