Giovanni Boldini e la moda, un binomio inseparabile. Nei suoi ritratti femminili, sensuali ed eleganti, seppe cogliere lo spirito e l’effervescenza della Belle Époque
Giovanni Boldini (1842 – 1931) è stato il pittore che più di ogni altro ha interpretato lo spirito ottimista e effervescente della Belle Époque e della vita mondana parigina, fra lusso, sfarzo, donne bellissime e affascinanti nei salotti dell’aristocrazia e dell’alta borghesia.
Boldini, originario di Ferrara e dal precoce talento artistico, volle ben presto smarcarsi dall’angusta vita di provincia e a 20 anni si trasferì a Firenze per studiare all’Accademia di Belle Arti. Qui entrò in contatto con l’esperienza dei Macchiaioli – fondamentale per la sua pittura – e con numerosi nobili stranieri di cui divenne amico e che iniziarono a contendersi i suoi dipinti. Per ampliare ulteriormente i suoi orizzonti, nel 1871 si trasferì brevemente a Londra e poi si stabilì definitivamente nella vivace Parigi, il centro della vita culturale e artistica europea. Giovanni Boldini si sentiva finalmente a suo agio in un ambiente frizzante e cosmopolita e ben presto si inserì nell’alta società, diventando l’amante della contessa Gabrielle de Rasty che ritrasse in numerose occasioni.
Giovanni Boldini – La contessa Gabrielle de Rasty sul sofà (particolare)
Le divine modelle dell’alta società
Grazie al suo gusto impeccabile e alla sua pittura raffinata, Giovanni Boldini divenne ben presto uno dei ritrattisti più amati e ricercati dal bel mondo. Le donne, le sue “divine” come amava chiamarle, facevano a gara per farsi ritrarre da lui, in atteggiamenti femminili e sensuali, spesso discinti, mostrando all’artista non solo il loro corpo ma anche il loro mondo interiore.
Interprete sensibile e appassionato amante delle donne, l’artista aveva la grande capacità introspettiva di cogliere lo sguardo e la vera personalità delle sue muse, andando oltre l’apparenza delle sete cangianti, delle morbide pellicce, le piume di struzzo, i fili di perle, l’oro e i gioielli. Le sue donne hanno uno sguardo fiero e orgoglioso, un’aura magnetica che deriva dalla consapevolezza di avere un posto ben saldo nel mondo che conta, nell’alta società.
• LEGGI ANCHE: Si scrive Art Nouveau, si legge Alfons Mucha
Fuoco d’artificio, c. 1890 Olio su tela
Boldini e la moda, una sfilata attraverso i suoi quadri
Le pennellate vigorose e dinamiche, le famose “sciabolate” sono il tratto distintivo della sua pittura, attraverso cui esaltava la sinuosità dei corpi femminili e l’impalpabile consistenza dei tessuti. In un’intervista rilasciata nel 1926, Gaetano, fratello del pittore, parlava così a proposito dello stile pittorico di Giovanni Boldini:
“Molto strano era il suo modo di dipingere giacché egli non faceva posare il modello ma voleva che si muovesse dinanzi a lui per imprimere i tratti vitali con maggiore evidenza sulla tela.”
Boldini e la moda sono un binomio inseparabile. L’artista ha esaltato come nessun altro la bellezza femminile nei suoi innumerevoli ritratti che trasmettono lusso, ricchezza, sensualità. Grazie alla sua pennellata veloce e dinamica e a una palette luminosa fu in grado di interpretare elegantemente lo spirito della Belle Époque parigina realizzando una serie di ritratti uno più bello dell’altro, anche grazie agli abiti meravigliosi e i fastosi gioielli, che, messi insieme, sembrano comporre una sfilata di moda virtuale.
I suoi quadri ancora oggi testimoniano il gusto di un’epoca, facendoci sognare un mondo scintillante e spensierato.
Giovanni Boldini, ritratto di Lady Colin Campbell, 1897 (National Portrait Gallery)
Giovanni Boldini Mademoiselle Lantelme, 1907
Boldini e la moda: Ritrattto di Mademoiselle De Nemidoff, cantante all’Opéra di Parigi, 1908
Giovanni Boldini, Ritratto della signora Diaz Albertini, 1909
Giovanni Boldini ritratto di Rita de Acosta Lydig, 1911
Boldini e la moda: Madame Juillard in Red, 1912
La dama di Biarritz, 1912
Ritratto di donna Franca Florio, olio su tela (1901 – 1924)
Il ritratto della bellissima donna Franca Florio, soprannominata “la regina di Sicilia”, ebbe una gestazione durata 20 anni perchè il marito, Ignazio Florio – una delle più importanti famiglie siciliane – aveva giudicato la versione iniziale troppo sensuale e audace. Il pittore quindi rimaneggiò la tela più volte nel corso degli anni fino alla versione definitiva del 1924.